Collezionismo
Collezionismo....tutto inutile ?
COLLEZIONISMO... È TUTTO INUTILE?Sia chiaro da subito, perché oggi è troppo facile essere fraintesi o parlare a gente che legge solo le prime righe: chi mi conosce bene già sa che questo è uno scorcio del mio studio, e chi ha già visto questo tipo di foto capirà bene come la penso al riguardo del collezionismo. Ok?Vi faccio delle domande secche, ma poi concedetemi lo spazio per argomentarle:Quanti di voi, pur possedendo il disco fisico, per praticità o mille altri motivi, spesso optano per ascoltare il suo surrogato digitale disponibile su Youtube, Spotify o i vari blog?Quanti di voi riescono veramente a trovare il momento perfetto per il piacere dell’ascolto, la famosa poltrona in cui, sorseggiando un liquore, ci si immerge nella fruizione di album?Quanti di voi si interrogano sul futuro delle proprie collezioni o potranno lasciarle in eredità a figli e nipoti...sempre che questi siano interessati?Sono domande per cercare di capire come funzionano le cose lì fuori o se quello strano sono io!Negli ultimi tempi infatti comincio a domandarmi sempre più spesso, ragionando su certi miei comportamenti e fruizioni musicali, se il collezionismo abbia ancora senso.
Non è necessario essere degli psicologi per capire che ogni tipo di collezionismo e di accumulo serve principalmente a gratificare il proprio ego, a darci sicurezza, a farci sentire bene circondati da oggetti per noi importanti, a regalarci una sottile sensazione di benessere che mette a dormire eventuali sensi di colpa, giustificando quelle spese folli che si fanno per amore del collezionismo.Badate bene, NON sto AFFATTO chiedendomi se sia ancora utile comprare i dischi e possedere l'oggetto fisico, perché, ripeto, questo è SACROSANTO, è un piacere, un desiderio di possesso. Siamo esseri umani, siamo fatti così. Se pensassi che acquistare musica è inutile, allora sarebbe inutile anche il lavoro e i soldi che spendiamo per realizzare la nostra radio, che viene diffusa GRATUITAMENTE nelle case di tutto il mondo, detto in poche parole, vuole farvi venire voglia di comprare altri dischi!Io qui parlo di quel collezionismo un po’ maniacale, di quel morbo che infetta gente come noi, i maniaci della musica ma che inevitabilmente nel tempo diventa accumulo, bisogno di avere tutto, di completare, di integrare, di ammassare. Lo ammetto: in una collezione come la mia troverete un milioni di dischi forse inutili o brutti e giusto una decina di chicche che valgono qualche centinaio di euro. Ma quanti possono ammettere onestamente che loro collezioni sono fatte così: tanta fuffa e poche perle? È anche vero che, in una collezione fatta solo di dischi di grosso valore, c'è qualcosa che non va! In questo caso non ci troviamo davanti a un maniaco del rock o a un grande amante della musica, ma ad un investitore, il cui piacere nell'ascolto è sottoposto al valore economico dei suoi pezzi e dove la rarità ha sostituito la qualità musicale. Naturalmente i collezionisti, soprattutto quelli che vendono, vi diranno che più il disco è raro, più il disco costa, allora più il disco è bello. Vabbè... Spesso gli oggetti da collezione sono lungi dall'essere belli, sono solo dischi fottutamente rari.Confesso che oggi nel mio lavoro, pur avendo questo ben di Dio a portata letteralmente di mano, per praticità, velocità e comodità, ma anche per pigrizia, mi trovo ad usare quasi sempre gli strumenti che offre la rete. E vi assicuro che nel mio lavoro raramente si tratta di ascoltare i dischi dei Deep Purple o dei Rolling Stones, ma magari sto scrivendo di minuscoli artisti di terza o quarta fascia, che si, ho sparsi nella mia collezione, ma a cui arrivo più comodamente con un click.E allora: quanti di voi, pur potendo godere dell’ascolto nel formato originale, perchè già si possiede l'oggetto fisico, optano per la praticità del suo surrogato digitale disponibile in rete, su Youtube, Spotify o vari blog?Poi ovviamente ci sono i momenti ideali: quanti di voi riescono veramente a trovare il momento per il piacere dell’ascolto, la famosa poltrona in cui, sorseggiando un Grand Marnier, ci si immerge nella fruizione di un album?Forse perché io faccio questo lavoro e devo ascoltare tantissime cose (più che per piacere, per dovere professionale), ma io quel momento speciale non lo trovo e mi capita di ascoltare anche mentre cucino o mi faccio la barba. Certo, non sarà l'ascolto più in alta fedeltà possibile, ma c'è qualcuno che davvero riesce ancora a trovare il momento assolutamente perfetto per l’ascolto?E infine, dopo che per tutti questi anni ci siamo autogratificati, abbiamo comprato, ascoltato, dimenticato e riscoperto decine di album nelle nostre collezioni, che ne sarà di tutto questo? Davvero i nostri figli o nipoti sono interessati ad accollarsi migliaia di cd e vinili, comprese quelle tre copie del singolo degli Smash Hits che veniva dato in omaggio con Rockerilla?O alla fine avremo tutti bisogno di Omar Il Picconatore, ovvero un personaggio che che una nota rivista si era inventata. Un simpatico ragazzotto che veniva contattato dalle vedove di grossi collezionisti di dischi per smaltire questo ingombrante ammasso di roba polverosa. Omar e il suo collega e socio Kabobo erano specializzati nell'accatastare montagne di vinili e spaccarli in mille pezzi con dei precisissimi colpi di piccone, per poi buttare tutta quella plasticaccia nera dove capitava o fare un bel focherello nel giardino dietro casa. Spesso i due, finito il lavoro, trovavano modo anche di consolare la vedova…E adesso mi becco pure gli scongiuri dei collezionisti leggermente agée che cominciano davvero a domandarsi cosa ne sarà di quel tesoretto di vinili della propria collezione.